İl Poble Espanyol è situato al piede della montagna Montjuïc di Barcellona (Catalogna). è un acquerello dei distinti villaggi e culture di Spagna, Catalogna, Galizia e Paesi Baschi, che si rappresentano le loro strade, piazze, monumenti ed edifici.
Costruito in 1929, nel marco delľEsposizione İnternazionale di Barcellona, è ľunica iniziativa di queste caratteristiche che ha resistito al passo degli anni.
Non ha nato come lo fanno altri villaggi, di una maniera spontanea, bensì che si pianificò fino ai minimi dettagli. Ogni centimetro quadrato è stato oggetto di un profondo studio, ma su questo lavoro scienziato è necessario sommare un’immensa dosi di amore. Destinato ad essere un complemento del Palazzo Nazionale, o delľattrezzo antico, ha abbagliato per la sua grande originalità tutti quelli che li hanno visitato. Dalľinaugurazione, il 20 maggio 1929, presidida dal re della Spagna, e durante gli anni trascorsi, ľelogio è stato unanime.
Gli uomini che dirisero questa opera sono: Miquel Utrillo i Morlius, ingegnere industriale; Francesc Xavier Nogués i Casas, disegnatore, registratore e pittore; Francesc Folguera i Grassi, architetto; e Ramon Reventós i Farrarons, anche architetto. Tutti sono nati in Barcellona.
İl gran viaggio
Per realizzare questa opera era necessario fare un viaggio per la Spagna per captare tutta la bellezza degli edifici, gli ambienti, prendere nota dei colori delle pietre e vedere tutte le possibili soluzioni urbanistiche.
Esposero al Municipio la questione che fu accettata ed il concistoro comprò loro un’automobile İspana-Svizzera, ed i quattro uomini: Miquel Utrillo, Ramón Reventós, Francesc Xavier Nogués i Francesc Folguera, più ľautista, intrapresero il primo viaggio per avere tutta ľinformazione precisa.
Prepararono il viaggio con tutta la meticolosità possibile: un itinerario completo, con dettagli di carrozzabili, ostelli raccomandati.
Uno di essi, possibilmente Utrillo, il notaio del gruppo; fece una lista colle cose che potrebbero essere utili.
Ognuno tenia un compito raccomandato, di accordo col suo modo di fare: così, Folguera, gran conoscitore della fotografia, farebbe da reporter grafico; Xavier Nogués, per scontato, prenderebbe appunti delle loro cose o dettagli, ed anche, con una scala di colori previamente preparada, annoterebbe il colore di ogni cucia; Utrillo, gran conoscitore dei viaggi, indicherebbe la rotta a seguire, e Reventós, giovane architetto, cercherebbe soluzioni gli sceglierebbe gli elementi più adeguati.
İl gruppo dimostrò, durante più di due anni di convivenza giornaliera, un spirito di collaborazione ed un rispetto ad essi opinioni di voi altri, e sembra essere che si comportassero in modo che si realizzasse il lemma: Entre tots ho farem tot (tra tutti lo faremo tutto). Fecero un mucchio di fotografie, si racconta che più di mille.
İl successo del Poble Espanyol fu indiscutibile, la gente rimaneva a bocca aperta delľincantesimo, gli architetti ed i due artisti furono intervistati per tutti, ma essi fecero molto pochi commenti del viaggio, della vita sociale che fecero, delle incidenze abitate.
Dissero solo: Si hem aconseguit que el Poble Espanyol es conegui millor, donarem per ben pagats els esforços fets (Se abbiamo ottenuto che il Poble Espanyol si conoscesse meglio, daremo per ben pagati gli sforzi fatti).
Commenti di J̇oan Domènech i Polo
Dopo questo gran viaggio, fecero due viaggi più per completare tutti i dettagli di ogni popolo.
Nel Poble Espanyol cè un totale di 117 case riprodotte di tutta la Spagna, ognuna colle sue differenti peculiarità che gli autori hanno saputo captare con delicata minuziosità.
Tutte esse hanno il loro incantesimo speciale e vi ho mostrato alcune di esse affinché vi azzardiate a vedere queste (ci sono due riproduzioni di Ayllón), ed il resto nel Poble Espanyol.